venerdì 10 dicembre 2021

OruxMaps: istruzioni per l'uso (parte prima)

 Questo è anche un blog di servizio. Pubblichiamo quindi una serie di testi ad illustrare e spiegare applicazioni, programmi e altre risorse in ambiti quali la cartografia, l'elaborazione di dati, la bioacustica. Sperando siano graditi e, soprattutto, utili.

Ad uso e consumo dei lettori alcune istruzioni per utilizzare l'applicazione OruxMaps (prima parte).

Si tratta di una applicazione per operazioni di cartografia. Permette di georeferenziare punti, aree, linee, itinerari, tracce audio, foto... Non solo: funziona anche bene per orientarsi e muoversi in un territorio, in qualsiasi parte del mondo.


Come base cartografica si vale di OpenStreetMap. 
In questa immagine, la piattaforma OpenStreetMap, come appare a pc.


La piattaforma OpenStreetMap è una buona risorsa: è abbastanza aggiornata e precisa. La potete usare sia su pc che su smartphone. Viene utilizzata come base cartografica in molti ambiti.

Ma veniamo alla applicazione OruxMaps. Una notazione: in questa dispensa, faccio riferimento al sistema operativo Android. 
L'applicazione può essere scaricata dal classico Google Play Store. Non è gratuita ma a pagamento: 3-4 euro. Una cifra abbordabile. Specifico che il costo è per l'applicazione, non si tratta di un abbonamento.

Una volta scaricata ed installata sullo smartphone, OruxMaps è pronta e a nostra disposizione. L'utilizzo è, come per tante cose di cui ci valiamo tra pc e cellulari vari, abbastanza intuitivo. Tuttavia, non è così agile ed immediato, alle volte. Richiede un poco di attenzione e di esercizio, tanto da risultare, non di rado, un poco macchinosa. 

L'applicazione è collegata al GPS dello smartphone. Però attenzione: noterete sicuramente che spesso ci sono errori di qualche metro nella georeferenziazione. Ciò dipende, credo, dalla precisione del GPS degli apparecchi. A questo problema, si può ovviare, come vedremo più sotto.

Proviamo ad aprire l'applicazione. Ecco come appare:


Ci appare la base cartografica (OpenStreetMap) e ci appaiono una serie di menu. Alcuni menu sono nascosti ma possiamo farli apparire: al momento, però non ci interessano. Ci interessano invece alcuni menu posti nella parte alta della schermata. 

Il primo passo consiste nel localizzare col GPS il nostro punto di stazione - il punto in cui ci troviamo - sulla mappa. L'applicazione non ci posiziona immediatamente nella località in cui ci troviamo ma ci mostra l'area su cui avevamo operato l'ultima volta che abbiamo aperto OruxMaps. Per posizionarci, dobbiamo aprire il menu indicato con la freccia nella figura.



Premessa: qui ci occupiamo di una funzione: WPT. La sigla indica i Waypoint: punti georeferenziati. Possono essere utilizzati per localizzare di tutto: la traccia di un animale, un punto panoramico, la posizione in cui abbiamo trovato una delle nostre piante infestanti.
Torniamo al menu di cui sopra. Apriamolo, ci appaiono diversi comandi. 



Quello che ci serve adesso è "avvia GPS", come è intuibile.



Diamo il comando. Sulla mappa appare subito un triangolino rosso.


Il triangolino indica la nostra posizione. Come detto prima, il GPS di uno smartphone non è sempre preciso, tutt'altro: c'è spesso e volentieri un errore di qualche metro. Ce ne accorgiamo sicuramente, proprio grazie alla base cartografica (la mappa). Come ovviare a questo inconveniente? Non è difficile. 
Col dito, tocchiamo lo schermo. Immediatamente, ci appare una linea che collega il triangolino ad un cerchio con una sorta di mirino: lo chiameremo centroide.

Con il dito, muoviamo il centroide, fino a portarlo nella posizione che ci interessa. Nella figura, l'angolo formato da via Dante e via Grossi.

Adesso posso creare il mio WPT (waypoint). Per farlo devo aprire il menu 



Il comando che ci serve è "Crea WPT".



L'applicazione ci chiede allora se vogliamo creare il nuovo WPT "nel centro della mappa" o nella "posizione GPS". 


Per "centro della mappa" si intende la posizione del centroide. Attenzione: non necessariamente, il centroide è posizionato al centro della schermata. È l'applicazione a considerare il centroide come "centro della mappa". La "posizione GPS" è ovviamente la posizione del triangolino rosso. Sarà l'utente a scegliere.
Adesso posso creare il mio WPT.




Darò un nome e aggiungerò una descrizione, come si vede nell'esempio qui sotto.


Per creare il WPT, dovremo schiacciare sul simbolo posto in alto a destra.


Il sistema ci chiede (cosa che non avviene sempre, però) se vogliamo aggiungere il nostro WPT ad una traccia corrente o ad una rotta attiva. 


Saltiamo questo passaggio per il momento. Per saltare la richiesta dobbiamo schiacciare sul comando posto in basso a sinistra.


Abbiamo adesso creato il nostro WPT.

Per gestire i nostri WPT, dobbiamo aprire il comando apposito: "Gestisci wpt". 
Si trova sotto il menu.






Ecco cosa ci appare dopo che abbiamo dato il comando "Gestisci wpt".

Ebbene sì: l'elenco dei nostri WPT. Possiamo scorrerlo verso il basso: dal più recente verso i più vecchi.
Attenzione: il sistema ha dei limiti. Non riesce a mostrarci tutti i WPT ma solo una parte, ovvero i più recenti.
Possiamo selezionare uno dei WPT.

Schiacciando successivamente sul punto selezionato, facciamo apparire un menu, come si vede.


Se scegliamo di vedere i dettagli, ecco cosa ci viene mostrato.


Se scegliamo il comando "Modifica proprietà", potremo apportare modifiche al WPT.

Creato il WPT, vorremo sicuramente utilizzarlo. Qui, bisogna fare un'annotazione importante. L'applicazione ha una sua banca dati, che non è però accessibile se non con la applicazione medesima. Se voglio condividere i miei WPT, se voglio caricarli sul PC, utilizzarli con altre applicazioni o, appunto, sul PC, dovrò salvarli. Per compiere questa operazione, i passaggi sono semplici. 
Per prima cosa, seleziono il WPT che mi interessa dall'elenco, come abbiamo visto prima. 
Utilizzo poi il menu posto in basso, indicato dalla freccia.


Quasi superfluo specificare che il menu significa salvataggio del WPT.

Il menu ci offre diverse soluzioni.


Lasciamo stare per il momento le ultime due opzioni ("salva come traccia" e "CSV").
Le altre 3 opzioni indicano le estensioni dei file che otterrò. Posso scegliere tra queste. Nota bene: posso salvare il WPT solo con un formato alla volta. Una volta che ho selezionato un formato - ad esempio, GPX - il WPT sarà salvato (più sotto, vediamo dove andrà a finire).
L'applicazione ci chiede poi se vogliamo condividerlo. Se scegliamo di condividerlo, ecco le opzioni che ci appaiono.


Molto comoda è l'opzione "E-mail". Sconsiglio l'opzione Drive: il waypoint non verrà condiviso. 
Se salto questo passaggio, potrò comunque condividere il file successivamente. Già, ma dove va a finire il mio WPT sullo smartphone?
Per trovarlo, devo andare nella cartella OruxMaps, ed aprire la subcartella tracklogs. Lì troverò i miei WPT, con il nome che abbiamo assegnato loro quando li abbiamo creati e con l'estensione con la quale li abbiamo salvati. Potremo adesso condividerli usando il comando "E-mail", ovviamente dopo averli selezionati. Oppure, appunto, potremo trasferirli sul PC come facciamo con altri file che abbiamo sullo smartphone. 

Due parole, infine, sui tipi di file che posso ottenere: .GPX, .KML, .KMZ. Permettono di lavorare con vari programmi, quali Google Earth, Q-GIS... Abbastanza comodo è OkMap, con il quale possiamo aprire i file .GPX: li vedremo caricati su una mappa OpenStreetMap.

Si consiglia di salvare i waypoint (WPT) con tutti e tre i formati. Saranno utili per cartografare le nostre infestanti, ad esempio.

Matteo Barattieri

mercoledì 8 dicembre 2021

Fresco di (più o meno) stampa: il nuovo numero del BOL è in rete

 
"Cominciamo con un paio di numeri l'anno", così i più chiosavano durante le prime riunioni del comitato di redazione - disemm - allargato della nostra rivista. Il ritmo è quello: un paio di uscite annue. Non già nelle (migliori) edicole o librerie - anche se la qualità meriterebbe cotanto destino -, bensì in rete. E con la fine dell'anno, puntuale, ecco il 2° numero per il 2021.


Al solito, un giro per vari angoli della nostra regione.
Davide Aldi ed Alessandro Pavesi ci portano nel Mantovano, segnalandoci l'accertata nidificazione delle rondine montana, proprio nel centro storico della città virgiliana, ennesimo capitolo di un ormai consolidato inurbamento della specie, ad accompagnare una sua espansione nei settori padani. 

Sempre Aldi e Pavesi - insieme a Lorenzo Maffezoli e Davide Meggiorini - ci raccontano delle prime nidificazioni accertate di una specie che suscita sempre brividi ornitologici: l'occhione. Gli scenari - va quasi da sé - son sempre mantovani.

"con i gabbiani non smetti mai di imparare, come un libro con pagine infinite, dove alcuni dubbi rimangono come le pagine", dice L'Enrico Viganò. E se lo dice lui, grande esperto di un gruppo odiamato da qualsivoglia o quasi sbinocolatore... Protagonista del suo articolo è una visitatrice ormai consolidata per l'area lariana: la gavina siberiana, riapparsa proprio in questi giorni presso quel Ramo (maiuscola d'obbligo) del Lago di Como. Enrico ci racconta - pagine da manuale - come riconoscere la siberiana. Roba da leggere e portarsi poi sul campo.

Paola Bressan, per l'occasione, abbandona l'amato - da lei - gufo di palude per parlarci del gufo reale e della sua situazione in provincia di Varese, tra dati storici e indagini del presente. Con lei, una serie di coautori, tutti targati Gruppo Insubrico di Ornitologia: Lorenzo Colombo, Milo Manica, Roberto Aletti, Walter Guenzani, Luca Giussani.

Da un estremo all'altro della nostra Lombardia: con Carlo Chiari ci portiamo nell'area bresciana. Per la precisione al Parco delle Cave di Buffalora e San Polo. Il tema è di quelli particolarmente amati da chi scrive, che ama perdersi tra e scorrere elenchi e affini: un elenco di specie, appunto relativo al sito summenzionato.

E c'è spazio, per finire, per presentare una sontuosa pubblicazione: "Gli Uccelli delle Province di Como e di Lecco – Elenco commentato delle specie", una produzione CROS. Con la firma di autori di tutto rispetto: Gaia Bazzi, Piero Bonvicini, Roberto Brembilla, Enrico Viganò. A presentare il volume, non poteva essere che il nostro direttore Fabio Saporetti.

Buona lettura.
Di seguito, l'indice del volume.

DAVIDE ALDI, ALESSANDRO PAVESI – Accertata nidificazione di rondine montana Ptynoprogne rupestris
nel centro storico di Mantova 59

ALESSANDRO PAVESI, LORENZO MAFFEZOLI, DAVIDE MEGGIORINI, DAVIDE ALDI – Prime nidificazioni accertate di occhione Burhinus oedicnemus in provincia di Mantova 62

ENRICO VIGANÒ – La gavina siberiana (Larus canus heinei) sul lago di Como: suo riconoscimento
rispetto alla specie nominale (Larus canus canus) 68

LORENZO COLOMBO, PAOLA BRESSAN, MILO MANICA, ROBERTO ALETTI, WALTER GUENZANI, LUCA GIUSSANI –
Il gufo reale Bubo bubo in Provincia di Varese: dati storici e ricerche recenti 86

CARLO CHIARI – Checklist degli Uccelli del PLIS “Parco delle Cave di Buffalora e San Polo”, Brescia 101

GAIA BAZZI, PIERO BONVICINI, ROBERTO BREMBILLA, ENRICO VIGANÒ - Gli Uccelli delle Province
di Como e di Lecco – Elenco commentato delle specie. Recensione 

Matteo Barattieri

venerdì 26 novembre 2021

Che mosaici quelle aree agricole: un progetto targato BOL

4 province interessate, 34 operatori coinvolti - binocolo e taccuino anzi scheda dedicata alla mano -, 134 punti di rilevamento, 112 specie censite: snocciolate in un amen, cifre di tutto rispetto. A lanciare il progetto il buon Fabio Saporetti, motore primo del nostro BOL. A rispondere siamo in tanti, 3 di noi a fare da coordinatori a livello provinciale.

Lavoro sul terreno sia, lanciamo la scorsa primavera. A sbinocolare, come detto, in tanti. Niente rapaci o altre specie in grado di solleticare l'immaginario collettivo. Niente, o quasi, scenari con qualche patente di nobiltà o, allargando lo sguardo, con qualche nota di esotismo. Nossignori: ci si muove su aree agricole, magari vicino a casa. "In tempi di covid, ci si accontenta", dirà il solito sputasentenze. Totalmente fuori strada: il progetto nasce dall'esigenza di analizzare la situazione delle specie - di volatili, va da sé - che frequentano le aree agricole. Specie - ormai quasi un mantra, ripetuto ad ogni convegno di settore - che soffrono in maniera più che sensibile, in taluni casi addirittura drammatica, i pesanti effetti legati ad un'agricoltura sempre più intensiva. 

Il lavoro ha un taglio ben preciso. L'attenzione viene rivolta a settori che presentano una configurazione a mosaico, ovvero: "habitat eterogenei, caratterizzati da alternanza di prati, coltivi e filari boscati e/o parcelle forestali, urbanizzazione rada, che si alternano a colture foraggere, orticole e frutticole", parole e musica di Capitan Saporetti.

La figura riportata qui sotto illustra molto bene la tipologia ambientale oggetto del lavoro.



Siamo, nella fattispecie, a Cislago (VA). L'ortofoto è presa dal portale cartografico della Lombardia www.geoportale.regione.lombardia.it

Oltre a quella di Varese, il lavoro tocca altre tre province: Como, Lecco, e Monza e Brianza.


La mappa - elaborata dal summenzionato Fabio Saporetti - mostra i 134 punti di censimento. Come si nota, l'area a sud della fascia prealpina - quella più interessante per gli scopi della ricerca - è stata avvolta da una rete piuttosto pervasiva.

Il lavoro di preparazione - come vuole prassi consolidata - prende i suoi adeguati tempi. E si fissa il mese di partenza: marzo 2021. La scelta dei punti è operazione, pro parte, a più mani: al primo corposo elenco fissato da Capitan Saporetti, si aggiunge qualche ulteriore voce su suggerimento dei coordinatori provinciali. Ogni punto andrà coperto per 4 volte, con cadenza mensile, fino al giugno compreso. Il protocollo è un classico: 10 minuti di ascolto e, va da sé, osservazione in ogni punto. Ci si mettono anche altri protocolli, quelli covid. Ma l'ubicazione - per lo più vicina a casa - dei siti di osservazione aiuta. E c'è chi - una volta tanto - è favorito dalla abitudine a valersi delle due ruote a pedali; con quelle si può coprire qualsivoglia area.

Allodola, averla piccola, saltimpalo, tortora selvatica, quaglia: queste alcune delle specie obbiettivo. Il loro inserimento nella scheda di rilevamento provoca immaginabile soddisfazione. In non pochi casi, saltan fuori, i taxa di interesse, in siti sulla carta poco vocati. E si scoprono luoghi di indubbio valore, magari mai particolarmente toccati - pur, quasi, sotto casa - dalle nostre specole. Su tutte, per lo scrivente, San Nazzaro, in quel di Bellusco, area che ha anche non trascurabili connotazioni storiche.

Le indicazioni per i rilievi prevedono anche di raccogliere dati ambientali, per la precisione sulle colture presenti, come recita la scheda di campo riportata qui sotto.



Per l'ultima uscita, quella di giugno 2021, il rilevatore deve allargare il raggio di azione: van segnalate le colture su un raggio più ampio, pari a 400 metri.

Fabio Saporetti dà vita alle prime elaborazioni statistiche e cartografiche. Roba di lusso: ne esce un testo ricchissimo di materiale. E siamo, come si dice, solo agli inizi. Questo blog seguirà le evoluzioni del progetto, con ovvio rispetto e tutela dei dati raccolti e del lavoro a tavolino. Sarà, la nostra, una cronaca spicciola, una sorta di diario di bordo.
E, intanto, ci si prepara alla futura stagione di rilevamento, targata primavera 2022.

Matteo Barattieri

sabato 23 novembre 2019

La Lombardia all'ultimo CIO


La Lombardia al CIO XX


Convegno di grande interesse e di sicuro livello il CIO 2019.
Il territorio lombardo tra gli scenari nei lavori presentati.
Analizziamo i riassunti. Di seguito un elenco dei lavori che ha come scenario, appunto, la nostra regione.

- Associations between deadwood, woodpeckers and bird diversity in poplar plantations 
Autori: Zeno Porro, Maurizio Odicino, Maria Luna Tescari, Giuseppe Bogliani, Gianpasquale Chiatante Università degli Studi di Pavia
Tema: pioppeti e picchi.

- Il Progetto Alpi: 20 anni di monitoraggio della migrazione post-riproduttiva attraverso le Alpi italiane 
Autori: Paolo Pedrini, Alessandro Franzoi, Paula Lorenzo, Francesca Rossi, Simone Tenan, Daniele Accantelli, Marco Bandini, Fulvio Barbarino, Roberto Bertoli, Enrico Borgo, Giampiero Calvi, Giuditta Corno, Franco Colnago, Redi Dendena, Sergio Fasano, Andrea Favaretto, Rocco Leo, Mariella Nicastro, Stefano Noselli, Marco Pavia, Iacun Prugger, Domenico Rosselli, Maffeo Schiavi, Alberto Tamietti, Enrico Viganò, Severino Vitulano, Lorenzo Serra, Fernando Spina
Tra i centri di inanellamento che han collaborato anche alcuni tra i principali siti della nostra regione.

- SOS RONDONI: tutelare i rondoni tra ricerca e coinvolgimento degli stakeholder e dei cittadini. 
Autori: Andrea R. Pirovano, Guido Pinoli, Michele Manghi, Carla Benoldi, Andrea Curcio
Il lavoro ha interessato la città di Milano.

- Across the desert and sea: light-level geolocators unravel the migration strategies of the barn swallow 
Autori: Diego Rubolini, Mattia Pancerasa, Chiara Scandolara, Renato Casagrandi, Roberto Ambrosini
Il lavoro tocca anche le rondini del territorio lombardo.

- Lead intoxication in scavenging raptors due to the ingestion of ungulate viscera contaminated by hunting ammunition: a risk assessment at national scale 
Autori: Enrico Bassi, Roberto Facoetti, Maria Ferloni, Alessandro Bianchi, Giorgio Fedrizzi, Alberto Pastorino, Alessandro Andreotti
Il lavoro interessa, tra gli altri, anche il Parco dello Stelvio.

- Microbioma, immunocompetenza e sopravvivenza di pulcini ed adulti di rondine 
Roberto Ambrosini, Alessandra Costanzo, Manuela Caprioli, Camila Paola Grigolo, Diego Rubolini, Andrea Franzetti, Isabella Gandolf
Studio svolto in Lombardia

- 25 anni dopo, nel “Parco urbano cintato più grande d’Europa”. Nidificanti nel Parco di Monza: aggiornamenti e note gestionali 
Autori: Matteo Barattieri, Massimo Brigo, Francesco Ornaghi, Italo Magatti, Marco Casati
Luogo: Parco di Monza

- “Quel buco di posto”. La Vasca Volano di Agrate Brianza (MB): ideale palestra per il birdwatching e strategica area per la conservazione 
Autori: Matteo Barattieri, Luigi D’Amato, Claudio Crespi, Fabio Papotti, Gaetano Nava
Luogo: Vasca Volano (Agrate Brianza)

- L’avifauna del Parco Agricolo Nord Est: indicazioni per le azioni di conservazione 
Autore: Gianpiero Calvi
Luogo: Parco Agricolo Nord Est (settori tra Molgora e Rio Vallone)

- L’utilizzo dell’avifauna nidificante come indicatore biologico nel progetto S.O.U.R.C.E. 2.2 
Autori: Gianpiero Calvi, Alessandro Monti, Severino Vitulano
Il progetto S.O.U.R.C.E. 2.2. interessa dal 2018 un’area del Comasco compresa fra Olona e Seveso.

- Monitoring and conservation of ferruginous duck in the wastewater treatment area of Arno stream (Lombardy, Northern Italy) 
Autori: Fabio Casale, Antonello Turri, Cristina Poma, Debora Sala, Milo Manica, Adriano Bellani
Luogo: area dell’Arnetta.

- Effects of landscape configuration on forest bird abundance in the Ticino Valley 
Autori: Caterina Cullati, Gianpasquale Chiatante, Alberto Meriggi
Area del Parco del Ticino lombardo

- Studio preliminare della fenologia e del successo riproduttivo in una colonia di rondone comune a Jerago con Orago (VA)
Autori: Milo Manica, Michelangelo Morganti, Daniela Casola, Manuela Bazzarelli, Giuseppe Bogliani
Luogo: Orago (VA)

- Svernamento e migrazione pre-nuziale della cesena in Lombardia: uno studio pluriennale condotto mediante radiotelemetria satellitare 
Autori: Michelangelo Morganti, Alessandro Mazzoleni, Antonella Labate, Michele Sorrenti, Diego Rubolini

- SOS RONDONI: primo monitoraggio delle colonie di rondoni a Milano 
Autori: Andrea R. Pirovano, Guido Pinoli, Andrea Curcio
Luogo: città di Milano


Matteo Barattieri

martedì 8 ottobre 2019

Anche il BOL al Convegno CIO


Anche il BOL era presente al CIO 2019.
Tra la folla dei convenuti, riconosciuti alcuni esponenti del gruppo.
Ben mimetizzati, comunque: tenere un profilo basso è sempre un'ottima cosa.

Saluti a tutti